RU486? SEI SCUMUNCATA CON CHI TE LA PRESCRIVE

08.08.2020

di Giacomo Galeazzi

Chi farà uso della pillola abortiva, cioè la donna che vuole interromopere la gravidanza, i medici e chiunque partecipi all'iter abortivo, sarà automaticamente scomunicato.


Chi farà uso della pillola abortiva RU486, cioè la donna che vuole interromopere la gravidanza, i medici e chiunque partecipi all'iter abortivo, sarà automaticamente scomunicato. Lo sottolinea mons. Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia Pro Vita, facendo notare che «dal punto di vista del diritto canonico non c'è alcuna differenza tra aborto chirurgico e aborto
farmacologico». La pillola abortiva, sottolinea Sgreccia, «non è vero che è un metodo meno doloroso: provoca dolori, sanguinamenti e fa rischiare la vita alle donne. Non è un farmaco, è un composto per uccidere il feto, cioè un essere umano. Ci sono pressioni dell'industria farmaceutica che vuole solo fare cassa, e pressioni ideologiche per usare l'aborto come un tragico baluardo di libertà della donna». La Chiesa, ribadisce Sgreccia, «è contraria all'introduzione del farmaco,
che è solo un incoraggiamento e una facilitazione all'aborto, un pericolo intollerabile per la donna e il ritorno della donna stessa alla solitudine e alla disperazione, visto che si può abortire anche fuori dall'ospedale». Per tutte queste ragioni, scandisce il prelato, «chi utilizza la pillola o i medici che
la prescrivono e seguono l'iter sono automaticamente fuori dalla comunione». «Pressioni economiche» per commercializzazione.Politici resistano. La pillola Ru486 sulla cui commercializzazione si esprime, oggi, l'agenzia italiana del farmaco (Aifa), comporta la scomunica per le donne che vi fanno ricorso così come per i medici che l'hanno prescritta perché la
sua assunzione è analoga a tutti gli effetti dell'aborto chirurgico: lo spiega monsignor Elio Sgreccia. «Dal punto di vista canonico è come un aborto chirurgico», spiega il presidente emerito della Pontificia Academia pro Vita. «L'assunzione della Ru486 equivale ad un aborto volontario con
effetto sicuro, perché se non funziona il farmaco c'è l'obbligo di proseguire con l'aborto chirurgico. Non manca nulla. Cosa diversa è la pillola del giorno dopo, che, pur rivolta ad impedire la gravidanza, non interviene con certezza dopo che c'è stato il concepimento. Per la Ru486, quindi, c'è la scomunica per il medico, per la donna e per tutti coloro che spingono al suo
utilizzo».La pillola che potrebbe essere commercializzata anche in Italia «ha effetto abortivo, quindi valgono - prosegue il vescovo - tutte le considerazioni che valgono quando si parla di aborto
volontario. C'è, inoltre, un'aggravante che dovrebbe far riflettere anche chi appoggia la legalizzazione dell'aborto chirurgico, ed è il rischio per la madre. Più di venti donne sono
morte per effetto della somministrazione di questa sostanza. Questo farmaco assume, quindi, la valenza del veleno. È una sostanza non a fine di saute, ma a fine di morte. Si va contro la
regola fondamentale della vita della madre. Bisognerebbe, per questo motivo, sospendere tutto. Inoltre - prosegue mons. Sgreccia - si cerca di scaricare sulla donna sola la responsabilità della decisione. Si torna a una forma di privatizzazione dell'interruzione di gravidanza. All'inizio si è legalizzato l'aborto proprio per toglierlo dalla clandestinità, ora il medico se ne lava le mani e il peso di coscienza ricade sulla donna». Sgreccia, infine, non ha dubbi sulle cause che spingono l'aida alla liberalizzazione del farmaco: si tratta, secondo il presule, di «pressioni politiche ed economiche». «Non riesco a vedere altre ragioni. La Ru486 era stata inventata per curare una
malattia vera e propria, una disfuzione della ghiandola subrenale. Poi non ha funzionato per quello scopo e, per non perdere l'investimento, la casa produttrice l'ha riconvertito
come 'facilitantè per l'aborto. Non c'è beneficio per la donna, al contrario. Mi auguro che l'Aifa - proprio in un momento in cui si dice che l'aborto dev'essere limitato e si parla di moratoria
- prenda la decisione giusta. Vorrei che tutti i politici e gli economisti sentano la preziosità della vita e resistano a questa liberalizzazione dell'aborto».L'«Osservatore romano affronta il nodo della pillola abortiva Ru486 riportando le preoccupazioni espresse dalla sottosegretario al Welfare. »La
decisione dell'Aifa, secondo il sottosegretario Eugenia Roccella, non è scontata - a favore della commercializzazione - alla luce delle 29 morti tra donne in vari Paesi del mondo causate dalla
Ru486. Sulla sicurezza della pillola, dunque, 'persistono molte ombrè«, riferisce il quotidiano vaticano.
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